Stoccaggi gas al 95%: tutto bene?
Molte testate giornalistiche, del settore e non, nei giorni scorsi hanno pubblicato la notizia che ad inizio Novembre gli stoccaggi di gas erano pieni quasi completamente. La notizia viene data come un importante traguardo raggiunto con tutti i benefici e sicurezze per famiglie ed aziende italiane. In questo articolo e nel prossimo, oltre a capire come funziona lo stoccaggio, metteremo in evidenza anche una grave mancanza del sistema energetico nazionale che sminuisce in parte i vantaggi dello stoccaggio con conseguenze sui costi energetici sostenuti da famiglie e imprese.
Cos’è lo stoccaggio del gas naturale, dove viene fatto e perché?
Si tratta di immagazzinare gas naturale (detto comunemente metano) in depositi furi terra, come quelli che vedi in foto, oppure sotto terra, tipicamente riempiendo vecchi giacimenti di gas esauriti.
L’esigenza dello stoccaggio nasce dal fatto che i metanodotti che portano il gas in Italia hanno un flusso sostanzialmente costante, mentre il consumo è molto diverso tra estate e inverno. Gli stoccaggi perciò fungono da ammortizzatore per equilibrare tutto il sistema.
Chi gestisce lo stoccaggio e come?
I grandi BIG dell’energia comprano gas tutto l’anno che viene stoccato in attesa di essere venduto in un secondo momento generando guadagni. Le aziende che detengono gli stoccaggi in Italia e che accumulano il gas per loro e per gli altri sono Stogit del Gruppo Eni e Edison.
Chi sono i maggiori utilizzatori di gas?
Potresti pensare che il grosso dei consumi venga fatto dal riscaldamento degli ambienti durante l’inverno, ma in realtà non è così. La maggior parte dei consumi è ad opera delle centrali termoelettriche che consumano gas per produrre oltre la metà dell’energia elettrica che viene consumata in Italia. Quindi parliamo ancora dei grandi BIG dell’energia.
Quando al logica del profitto va oltre il buon senso
L’acquisto del gas e il conseguente riempimento degli stoccaggi cammina in parallelo con la vendita del gas stesso e lo svuotamento degli stoccaggi che deve avvenire per poter far posto ad altri acquisti e far girare con continuità “la ruota del profitto”.
Fino a 10/15 anni fa tutto filava liscio e questi cicli erano regolari.
Poi è iniziata la campagna europea di sviluppo ed incentivazione dell’energia da fonti rinnovabili, seguita poi dalla crisi Ucraina che ha quasi interrotto gli acquisti di gas. L’attuale politica di incentivazione delle fonti rinnovabili, anche per dover importare sempre meno gas ad uso delle centrali termoelettriche, si è fatta ancora più spinta di prima. Oggi le fonti rinnovabili sono così sviluppate da arrivare a punte di produzione oltre il 40% del totale.
Ma chi fa business con le importazioni di gas, il suo stoccaggio ed il successivo consumo ad opera delle centrali elettriche, non accetta che quella ruota non giri più con la regolarità di un tempo, anche se questo è causa di altri scompensi … oltre il buon senso.
La questione sta nella risposta a questa domanda: come viene regolata la produzione di energia delle centrali termoelettriche quando le fonti rinnovabili sono nel pieno della loro produzione? Come viene gestito l’eccesso di produzione complessiva?
Questo sarà il tema del prossimo articolo, apparentemente diverso, ma che non avresti potuto comprendere a pieno se prima non ti avessi chiarito come funziona la filiera del trasporto e stoccaggio del gas.
Ci rivediamo tra qualche giorno con la seconda parte e con considerazioni importanti ma introvabili nei mass-media.
In attesa della seconda e ultima parte del mio articolo puoi leggere come i giornali danno questa notizia e farti un’idea. Dopo letto il prossimo articolo mi dirai se la tua idea è ancora la stessa … Buona lettura. https://www.ansa.it/europa/notizie/sviluppo_sostenibile_digitale/2024/10/31/stoccaggi-di-gas-pieni-al-95-entro-il-primo-novembre_8be43cc1-2226-4585-85ab-3bf3c7d2d7fd.html
Andrea Dalle Mese
CER manager de Le Nostre CER
Scrivimi su Telegram @AndreaDalleMese
Oppure via E-mail andrea@lenostrecer.it
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